domenica 26 aprile 2015

Il manifesto e le avanguardie artistiche del Novecento

ASTRATTISMO

LE AVANGUARDIE RUSSE
i in Russia, dal 1910, si sviluppano nuove correnti artistiche orientate verso l’Astrattismo; una delle più importanti è il SUPREMATISMO, che crea opere costituite solamente da forme geometriche, eliminando ogni riferimento alla realtà.

ARTE TRA PROPAGANDA E UTOPIA
Nel 1917, la Rivoluzione d’Ottobre favorisce lo sviluppo culturale e la collaborazione fra artisti e Stato; agli artisti vennero affidati spesso dei compiti di propaganda politica: disegnare costumi e allestire spettacoli per il popolo, addobbare la città, inventare slogan e progettare manifesti innovativi, capaci di avvicinare le masse alla rivoluzione. 
Questo periodo fu di breve durata: nel 1924, la dittatura pose fine a qualsiasi forma di arte libera, sostituendola con una vera e propria arte di regime.
El Lissitskij fu l’artista sovietico che meglio seppe trasmettere gli ideali della Rivoluzione attraverso l’arte. Il suo celebre manifesto politico, "Batti il bianco con il cuneo rosso!" allude alla situazione storica di quel periodo. 
Servendosi di un linguaggio astratto egli rappresenta i rivoluzionari (il triangolo rosso) che, uniti, riescono a spezzare l’assedio della controrivoluzione, sintetizzata da un semplice cerchio bianco.

El Lissitskij, Batti il bianco con il cuneo rosso! Manifesto, 1920, Mosca, Museo centrale della Rivoluzione


Un altro famoso manifesto dello stesso periodo è quello di Rodzenko, in cui l’arte astratta geometrica viene abbinata al collage. Il triangolo rosso amplifica e concretizza le parole, proiettandole oltre il rettangolo del manifesto.

A. Rodzenko  Manifesto di propaganda del libro (1924)

SURREALISMO

“Aidez l’Espagne” é un manifesto di propaganda repubblicana progettato da Juan Mirò durante l’allestimento del padiglione spagnolo all’Esposizione Internazionale di Parigi del ‘37, e almeno all’inizio doveva essere diffuso in numerose copie per finanziare la repubblica. 
A causa del ritardo con cui il padiglione fu allestito non fu possibile mandare in stampa il manifesto. 
La figura alza la mano stretta in un pugno tridimensionale, a rappresentare la forza bruta necessaria per vincere i nemici della libertà. 
I colori della figura sono quelli della bandiera catalana, ennesima dimostrazione del forte spirito nazionalista del pittore.

Joan Mirò (1893-1983) Fu un pittore catalano esponente del Surrealismo, una corrente artistica di avanguardia influenzata dagli studi di Freud sulla psicanalisi. Gli artisti che vi aderirono, cercavano di esprimere i contenuti dell’inconscio e di rappresentare i contenuti dei propri sogni, liberando l’immaginazione dal controllo della razionalità.
Joan Mirò, La fattoria, 1921/22, olio su tela

Mirò dipinse paesaggi irreali, a metà tra sogno e magia, popolati da bizzarre creature. I suoi soggetti, estremamente semplificati, sono a tratti riconducibili a forme di piante o animali, altre volte appaiono come forme astratte.
L’uso di forme prive di chiaroscuro, realizzate con colori molto accesi e disposte in uno spazio privo di profondità, danno l’idea di un disegno infantile, mentre, al contrario, sono frutto di lunghissime riflessioni e ricerche.

IL BAUHAUS, UNIONE TRA ARTE E INDUSTRIA

Il BAUHAUS (casa del costruire) non fu un movimento artistico tradizionale ma un a scuola innovativa, che influenzò moltissimi artisti ed architetti. 
Fondato nel 1919 in Germania dall’architetto Walter Gropius, era una via di mezzo tra una scuola d’arte e una bottega artigiana. 

Qui gli studenti e i professori vivevano, studiavano e lavoravano insieme con lo scopo di progettare e realizzare ogni tipo di oggetto di uso quotidiano: dalla lampada al tappeto, dalla sedia alla casa.
Il Bauhaus non ebbe vita facile: troppo moderno e innovativo, fu osteggiato dagli ambienti conservatori e dal partito Nazista, che ne ordinò la chiusura nel 1933.

Joost Schmidt,  Manifesto per l’Esposizione dei lavori del Bauhaus a Weimar (1923)

Giocato su semplici segni grafici di grande impatto visivo, pochi colori dominanti (arancione e nero) e perfetta integrazione tra testo e immagine, questo manifesto propone una soluzione grafica di straordinaria modernità. Le forme sono prevalentemente geometriche, i caratteri tipografici sono a stampatello e la composizione è asimmetrica. 

FUTURISMO

Giacomo Balla «Velocità di un’automobile» 1913

Il Futurismo, l’unico movimento italiano di avanguardia a livello europeo, nacque nel 1909 con la pubblicazione del Manifesto del Futurismo del poeta Marinetti su un giornale francese, “Le Figaro”.

Per i futuristi il tema centrale era il “dinamismo universale”, ovvero la velocità, la macchina, l’energia elettrica, le industrie, tutto ciò che rappresentava il progresso, il futuro, in un paese, l’Italia, ancora in ritardo nel processo di industrializzazione rispetto agli altri paesi europei.
Il Futurismo fu una corrente artistica che coinvolse tutte le arti: pittura, scultura, architettura, letteratura, poesia, teatro.

Nel campo della pubblicità l’artista più originale fu Fortunato Depero, pittore trentino che trasformava i personaggi dei suoi manifesti in strani burattini meccanici.
F. Depero, progetto di manifesto per “Campari”, 1928, collage di carta colorata, 50x35 cm

Abili combinazioni di immagini e parole, degne espressioni di uno dei maggiori esponenti del Futurismo che amava definire la pubblicità come "arte nuova del mondo moderno".

"Se la pioggia fosse di Bitter Campari" - Depero (1926-1927) Inchiostro di china e collage su carta.

2 commenti:

  1. Ciao! ho scoperto il tuo blog e mi piacerebbe intervistarti per la rubrica che tengo su artesplorando.it se sei interessata scrivimi: cristian.camanzi@gmail.com :-)

    RispondiElimina
  2. Bellissimo articolo, non conoscevo i manifesti di Depero e mi ha dato voglia di documentarmi a riguardo.

    RispondiElimina

In questo blog può commentare chiunque, anche chi non è registrato, tuttavia, se scegliete il profilo anonimo siete pregati di firmarvi.
I commenti sono moderati: non verranno pubblicati commenti contenenti insulti o non pertinenti.